22 April 2022
Affitti brevi e covid: bilancio nel periodo del coronavirus
Nel presente articolo si passi ad analizzare il rapporto tra affitti brevi e covid, il bilancio nel periodo del coronavirus. E ancora i vantaggi degli affitti brevi rispetto agli affitti tradizionali.
Affitti brevi e coronavirus
Affittare una seconda casa conviene oppure no? In linea di massima e statistiche alla mano è possibile affermare che affittare una seconda casa è sempre un ottimo investimento sul futuro. Infatti sebbene è noto che le entrate sugli affitti non siano mai eccezionalmente alte, queste ultime rappresentano comunque sempre delle ottime entrate sul futuro.
La tipologia del contratto di affitto dipende dalle esigenze dei proprietari. Ogni contratto di affitto può, infatti, avere maggiore o minore redditività. Ad ogni modo si può affermare che la tipologia di affitto ad oggi più remunerativa è sicuramente quella del contratto di affitto breve, e questo sia che la casa sia collocata in città, sia che la casa sia collocata in una località turistica.
Quanto in questo ultimo biennio il covid ha impattato sugli affitti brevi? In linea di massima è noto che come in tutti gli altri segmenti del mercato, anche il settore immobiliare relativo agli affitti brevi ha molto risentito della pandemia in negativo. Se nel periodo pre covid v’ era stata una crescita esponenziale degli affitti brevi, nel periodo post covid c’è stato un calo nel bilancio del 70%.
E’ altrettanto noto però che il periodo estivo compreso tra Luglio ed Agosto ha ammortizzato il bilancio negativo, facendo registrare delle entrate interessanti, con canoni settimanali tra gli 800 e 1200 euro. Si può quindi affermare che in ambito turistico il covid non ha inficiato in maniera determinante sul mercato degli affitti brevi, in particolar modo nelle zone di: mare, montagna e laghi.
Si ricordi invece che chi ha risentito di più di tale impatto sono state le città d’arte, scartate a favore delle città immerse nel verde, dal momento che queste ultime garantiscono un maggiore distanziamento sanitario. Sul mercato degli affitti brevi a seguito dell’obbligo del super green pass e dopo i tanti richiami vaccinali, è prevista per la stagione estiva un boom di richieste pari se non più alto rispetto a quello del periodo pre covid. In particolar modo se si considera che appartamenti e case vacanze, rappresentano soluzioni ottimali in termini di distanziamento e sicurezza, soprattutto appartamenti di grandi metrature e ville indipendenti. E’ chiaro che più si andrà avanti, più verranno meno i divieti, e di conseguenza la domanda crescerà anche nelle altre stagioni. E’ possibile affermare quindi che, superata l’emergenza sanitaria, affittare seconde case con la formula degli affitti brevi sarà ancora un’attività più che redditizia.
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Affitti brevi e affitti tradizionali: vantaggi e svantaggi
Si ricordi ora quali sono i vantaggi legati agli affitti brevi, e che permettono a questi ultimi di risultare più redditizi rispetto agli affitti tradizionali. Statisticamente è noto che una casa affittata con la formula degli affitti brevi prevede un vantaggio del 15% maggiore rispetto ad una casa affittata con la formula dell’affitto tradizionale. E’ chiaro che tale vantaggio può aumentare in base alla qualità della casa ed alla zona dove è situato l’immobile. In particolar modo molto redditizie risultano le zone turistiche. Ancora, è noto che le seconde case affittate con la formula degli affitti brevi rendono in maniera rilevante quando vengono affidate a società d’intermediazione dotate di property manager professionisti, società come Easylife house.
Quest’ ultimo aspetto è facilmente comprensibile. Infatti quanto più un appartamento è accessoriato, curato, comodo, più sarà facile affittarlo ad un prezzo elevato a turisti esigenti. Ma per realizzare tutto ciò c’è bisogno di persone che seguano e curino l’appartamento in modo continuativo. E molto spesso il proprietario di un immobile, causa impegni, non può farlo. Da qui l’esigenza di affidarsi a società di professionisti nel settore degli affitti brevi.
L’altro vantaggio degli affitti brevi e che rappresenta uno sparti acque importante con gli affitti tradizionali è legato al pagamento sicuro. Nella tipologia di contratti degli affitti tradizionali, si può andare incontro alla morosità dell’inquilino. Si ricordi che sono tantissimi i casi in cui l’inquilino non paga o paga in ritardo. Una situazione che genera delle dispute legali che molto spesso si protraggono per periodi lunghissimi. Questo pericolo con gli affitti brevi non si pone, dal momento che nella contrattazione degli affitti brevi il pagamento avviene in anticipo.
A dispetto degli affitti tradizionali, l’unico tallone d’Achille degli affitti brevi è rappresentato dalle cancellazioni. Ovvero quando un cliente disdice il proprio arrivo a ridosso della data di arrivo ma comunque entro il periodo della cancellazione gratuita, il proprietario dell’immobile, come pure la società d’intermediazione, non guadagnano nulla, stando al contratto pattuito.
Si passi ad evidenziare un’altra variabile importante che permette agli affitti brevi di essere più redditizi degli affitti tradizionali, ovvero la flessibilità contrattuale. Infatti un affitto tradizionale mediamente dura dai quattro anni in su. In questo arco di tempo se il proprietario della casa volesse disporre della sua abitazione in maniera più redditizia non ha la possibilità di farlo, salvo andarsi ad impelagare in contenziosi estremamente dispendiosi. Un affitto breve, per definizione, non dura più di trenta giorni. Ciò permette un utilizzo assai flessibile della sua seconda casa al proprietario dell’immobile. Stesso discorso, qualora si volesse vendere il proprio immobile. I tempi che vanno dalla messa in vendita sul mercato dell’immobile, fino all’acquisizione di un potenziale acquirente sono molto lunghi, ci vogliono anni. Un arco di tempo che se utilizzato all’interno della formula degli affitti brevi, potrebbe essere assai redditizio.
Ultimo ma non ultimo si ricordi la tassazione agevolata. La legge prevede che sull’affitto dai quattro appartamenti in poi, il proprietario può godere della cedolare secca, un’aliquota del 21% nel caso di contratto a canone libero. E’ chiaro che nel momento in cui l’investimento nel ramo extra alberghiero diventa continuativo, si renderà necessaria ed obbligatoria l’apertura della partita IVA. L’apertura della partita IVA comporta un vantaggio ed uno svantaggio. Da una parte permette di diventare dei veri imprenditori del settore, e quindi studiare e mettere in campo dei pacchetti congegnati al fine di andare incontro alla domanda del mercato. Lo svantaggio è che comporta la perdita della cedolare secca.
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